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Apple si concentra sulle batterie aprendo nuove posizioni di lavoro

Written By Unknown on Selasa, 31 Maret 2015 | 23.47

Da qualche settimana Apple è alla ricerca di nuove figure professionali da inserire all'interno del gruppo di lavoro che si occupa dello sviluppo di soluzioni di batteria, con una speciale attenzione verso i dispositivi iOS.

Almeno nove posizioni aperte nel corso dell'ultimo mese sono direttamente collegate con il mondo delle tecnologie di alimentazione. Tra le figure che Apple sta cercando vi sono un hardware manager, un firmware development manager, un battery pack engineering manager, un cell engineer e un electrical engineer.

Sebbene alcune delle figure ricercate potrebbero in qualche modo essere collegate al lavoro attorno alle batterie del nuovo MacBook, altre sembrano essere esplicitamente più orientate verso i dispositivi iOS. Tra queste figurano, ad esempio, un "battery life software engineer", un "power analytics engineer" e un "software power system engineer" e per tutte e tre viene richiesta la capacità di "ideare soluzioni innovative per migliorare l'autonomia della batteria e offrire al contempo esperienze di rilievo per l'utente finale".

L'autonomia operativa ha sempre rappresentato un aspetto molto delicato nello sviluppo dei dispositivi iOS. Con l'evoluzione ed il progresso delle funzionalità, la Mela si è spesso trovata nella condizione di dover trovare nuove strade per mantenere l'autonomia operativa ad un livello confrontabile almeno con quello dei prodotti delle precedenti generazioni.

Il passaggio verso iPhone di maggiori dimensioni, almeno nel caso di iPhone 6 Plus, ha messo a disposizione nuove possibilità. I futuri iPhone potrebbero potenzialmente sfruttare ancor di più il maggior spazio a disposizione, sempre che gli aggiornamenti hardware non vadano ad incidere ulteriormente sul consumo di energia.


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WhatsApp, arrivano le chiamate vocali su Android. Utenti iPhone a bocca asciutta

È finalmente arrivata su tutti gli smartphone Android compatibili una fra le funzionalità più attese di WhatsApp. Parliamo naturalmente delle chiamate vocali, annunciate parecchi mesi fa e disponibili fino ad oggi attraverso un particolare sistema ad inviti. Le chiamate vocali sono adesso disponibili sulla versione 2.12.19 del client ufficiale di WhatsApp per Android che può essere scaricato dal sito ufficiale, da Google Play Store, o aggiornando l'applicazione sullo smartphone all'ultima versione disponibile.

WhatsApp, chiamate vocaliWhatsApp chiamate vocali

Nelle scorse settimane, per attivare le chiamate vocali era necessario effettuare alcuni tweak o ricevere una chiamata da chi aveva già avuto l'accesso alla feature in anteprima. Ma qualcosa è cambiato nelle scorse ore, con l'ultima versione del client che abilita l'opzione delle chiamate apparentemente per tutti gli utenti. Scaricando l'APK o aggiornando l'app, l'interfaccia mostrerà una nuova tab "Chiamate" in cui potremo visualizzare la lista di tutte le chiamate ricevute, effettuate o perse in precedenza.

Avviando una chiamata, verremo accolti da un'interfaccia familiare nella quale poter scegliere se attivare il vivavoce, interrompere la chiamata o passare alla pagina dei messaggi con la conversazione testuale con l'interlocutore. Abbiamo avuto modo di provare la funzionalità su Nexus 4, Galaxy Note 4 Edge, Nexus 6 ed in tutti i casi la chiamata è partita con tempi d'attesa quasi del tutto nulli, con una buona qualità audio e senza interruzioni di sorta. È chiaro che se non si è in presenza di una ricezione ottimale, la qualità va a degradarsi progressivamente.

WhatsApp chiamate vocali

Restano invece a bocca asciutta gli utenti iPhone: il Melafonino non ha ancora ricevuto l'aggiornamento, che arriverà nelle prossime settimane a detta dei vertici della stessa WhatsApp. Se si tenta di chiamare un utente che usa il servizio di messaggistica su un iPhone, o che usa un client non ancora compatibile con la feature, l'app mostrerà una finestra d'avviso che avverte dell'impossibilità di portare a termine l'operazione. Insomma, le famigerate chiamate vocali sono finalmente arrivate e sono disponibili per tutti, ma gli utenti della Mela dovranno pazientare un po' per sfruttare l'ultima delizia offerta da Jan Koum e colleghi.


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Sottraggono Bitcoin durante le indagini su Silk Road, arrestati due agenti federali

Due agenti federali assegnati alle indagini relative a Silk Road e alle attività svolte da Ross Ulbricht sono stati arrestati con varie accuse dopo aver sottratto illecitamente bitcoin nel corso delle indagini e deviandoli nei loro conti personali.

Si tratta di Carl Mark Force IV e Shaun Bridges che hanno svolto una serie di indagini a Baltimora. Force ha lavorato per il Drug Enforcement Administration e Bridges per i Servizi Segreti al momento del crimine.

Secondo quanto affermato all'interno della documentazione di denuncia, di oltre 50 pagine, Force avrebbe creato una serie di identità online allo scopo di operare "complesse transazioni in bitcoin per rubare dal governo e dagli obiettivi dell'indagine, rubando e convertendo a suo uso personale una considerevole somma in bitcoin". Bridges ha invece girato un valore di circa 800 mila dollari in bitcoin verso i suoi conti di investimento personali prima di firmare il mandato per il sequestro di Mt Gox.

Force è accusato di frode telematica, furto di proprietà del governo, riciclaggio di denaro e conflitto di interessi, mentre Bridges è accusato di frode telematica e riciclaggio di denaro. Entrambi gli agenti saranno già oggi in tribunale.


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Gta 5: nuovi splendidi screenshot in 4K

Con questi screenshot Rockstar vuole dimostrare che la versione PC di Grand Theft Auto V è capace di sfruttare al meglio i più recenti hardware. Aveva già in passato annunciato il supporto alla risoluzione 4K, e adesso lo conferma con questi splendidi screenshot.

Più volte rimandata probabilmente per esigenze di ottimizzazione, la versione PC di quello che rimane uno dei più videogiochi più venduti degli ultimi anni offrirà delle caratteristiche esclusive. Al di là delle più avanzate dotazioni tecniche, offrirà una stazione radio inedita con delle tracce provenienti dal primo storico gioco della serie.

Rockstar fa inoltre sapere che è imminente la pubblicazione del trailer di lancio della versione PC di Gta 5. La versione PC del popolare free roaming è, infatti, attesa per il 14 aprile.

Per conoscere le specifiche necessarie per farlo girare cliccate qui.


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Phase One iXU 180: modulo per droni da 80 megapixel

Phase One iXU 180: modulo per droni da 80 megapixel

"Non vi bastano i megapixel della fotocamera del vostro drone? Con il modulo Phase One iXU 180 potete arrivare fino a 80 megapixel con tutta la potenza di una fotocamera medio formato. In grado di montare ottiche Schneider-Kreuznach con otturatore centrale il modulo troverà applicazioni anche in ambito industriale"

Foto aeree da 80 megapixel? È questo quello che è possibile grazie al modulo medio formato dedicata ai droni presentato da Phase One Industrial, costola del popolare produttore di fotocamere e dorsi medio formato. L'ultima aggiunta alla gamma è modulo Phase One iXU 180, caratterizzato da un sensore CCD medio formato da 53.7x40.4 mm (pixel size 5.2 micron) da 80 megapixel con risoluzione 10,328x7,760 pixel. Studiato per poter essere trasportato da droni ferma la bilancia a 950 grammi senza ottiche e arriva a poco più di 1,4kg con l'obiettivo 80mm montato. Utilizza ottiche Schneider-Kreuznac con otturatore centrale per scattare fino a 1/1600s: le focali disponibili al momento sono 28mm, 55mm, 80mm, 110mm, 150mm e 240mm.

Il sensore può scattare con sensibilità comprese tra 35 e 800 ISO e la raffica è di circa 1,6 secondi tra uno scatto e l'altro. Il modulo è dotato di connessione USB 3.0 e della possibilità di connettere un modulo GPS per aggiungere le coordinate geografiche. È disegnato in modo da potersi integrare coi i più diffusi sistemi di montaggio, anche in ambito industriale, settore in cui può giocare al meglio le sue carte oltre a quello delle fotografie aeree. Sorveglianza, ispezione remota di infrastrutture e apparecchi (linee elettriche, turbine eoliche, condutture per gas o petrolio), monitoraggio di aree disastrate, aree agricole e forestali, modellazione 3D (anche costruendo sistemi multicamera): sono molti gli ambiti in cui Phase One Industrial vede uno sbocco per il suoi moduli, messi a disposizione anche con sensore da 60 e 50 megapixel.

La versione da 50 megapixel iXU 150 (presentata l'anno scorso) utilizza un sensore CMOS e può spingersi fino a 6400 ISO di sensibilità. Le immagini vengono salvate in formato RAW, TIFF o JPEG sulla scheda Compact Flash che può essere ospitata a bordo. Il nuovo modulo dovrebbe arrivare sul mercato verso metà aprile, ma al momento non sono state rilasciate informazioni sul prezzo, ma iXU 150 si posizionava sui $40.000 dollari.


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Microsoft annuncia Surface 3, sotto una scocca da 8,7mm c'è Windows 8.1 completo

Microsoft stupisce tutti con l'annuncio di un nuovo tablet che punta a fare le veci di un laptop pur mantenendo al tempo stesso la portatilità di un tablet tradizionale. Si potrebbe parlare di una versione rivista verso il basso di Surface Pro 3, per un modello che ricorda Surface 2 nel design e nelle dimensioni, ma che al tempo stesso riesce ad eseguire Windows 8.1 tradizionale. Niente RT, e niente restrizioni quindi.

Surface 3

Passiamo in rassegna le caratteristiche tecniche: all'interno di uno chassis di 267 x 187 mm spesso solo 8,7 mm troveremo un display ClearType Full HD da 10,8" con aspect-ratio di 3:2 e una risoluzione massima di 1920x1280. Si tratta dello stesso fattore di forma del modello Pro, un compromesso per ottenere buoni risultati sia nella visione di contenuti multimediali, che per la produttività on-the-go.

Microsoft è riuscita a mantenere un design passivo per la dissipazione del calore, quindi privo di ventole, come su Surface 2 che utilizzava però un processore basato su architettura ARM. Questa caratteristica è resa possibile dal processore integrato, un Intel Atom x7-Z8700 quad-core in grado di operare alla frequenza operativa di 1,6GHz, che diventano 2,4GHz grazie alla modalità Burst. Intel dichiara uno SDP (Scenario Design Power) di soli 2W per la CPU, in cui è integrata anche una GPU della famiglia Intel HD Graphics.

Surface 3

Stando ai dati rilasciati da Microsoft, Surface 3 può operare fino ad un massimo di 10 ore di riproduzione video quando sprovvisto di alimentazione esterna. Sono due le fotocamere integrate: quella posteriore è dotata di auto-focus e può imprimere scatti da 8 megapixel, mentre la frontale usa un sensore da 3,5 megapixel. Entrambe sono in grado di registrare video fino alla risoluzione 1080p. Ottime le opzioni sul fronte della connettività, soprattutto considerando il profilo esile del tablet.

Surface 3 dispone di una porta USB 3.0 full-size, una Mini DisplayPort, un lettore di schede microSD, il connettore per le cover dedicate e un jack combo per auricolari e microfono esterni. Microsoft abbandona il connettore proprietario per la carica del dispositivo, introducendo una più tradizionale micro USB. Le versioni 4G LTE, che arriveranno in un futuro non meglio precisato, avranno anche uno slot per schede nano-SIM.

Surface 3

L'alimentatore esterno sarà da 13W, una potenza paragonabile a quella dei prodotti utilizzati su tablet iOS o Android con processori ARM. Ma Surface 3 è sulla carta molto di più: integrando un processore x86 a 64-bit e la stessa versione di Windows che troviamo sui nostri desktop, il nuovo tablet di Microsoft ha le stesse funzionalità di un notebook, all'interno di un form factor sottile e simile a quello di un tablet vero e proprio. Anche il peso è decisamente contenuto, fermandosi a soli 622g per la versione Wi-Fi only.

Bisogna tuttavia fare delle dovute considerazioni sul SoC scelto da Microsoft, una scelta che appare obbligata per via delle limitate capacità termiche di una scocca - in magnesio anche su Surface 3 - di dimensioni così ridotte. L'Intel Atom x7-Z8700 non è naturalmente paragonabile al Core i7 che troviamo sul modello Pro e nemmeno al Core i3 della variante entry-level, tuttavia non è da bocciare in via preliminare. La leggerezza di Windows 8.1 potrebbe consentire performance di buon livello con le operazioni di tutti i giorni, garantendo anche una buona produttività con le suite di lavoro più diffuse.


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GeForce Experience

scheda aggiornata 1 ora fa

GeForce Experience è un tool specificamente sviluppato per i sistemi dotati di GPU NVIDIA GeForce, grazie al quale è possibile impostare in modo automatico la migliore impostazione qualitativa per il proprio sistema con una ricca serie di titoli 3D.

Questo software permette quindi di andare oltre quelle che sono le impostazioni predefinite dal gioco nel momento in cui si lascia che sia quest'ultimo a selezionare in automatico le migliori opzioni. La risultante è una esperienza qualitativamente migliore, con frames al secondo più elevati e una migliore qualità video.

Di seguito le note fornite con la versione più recente:

  • GeForce Experience ora si mantiene sempre aggiornato
  • Nuovo metodo per abbinare PC e SHIELD utilizzando gli account NVIDIA
  • Ora Remote GameStream funziona senza configurazione manuale del router
  • Soluzioni di bug

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Utilu Mozilla Firefox Collection

Written By Unknown on Selasa, 24 Maret 2015 | 23.47

scheda aggiornata 2 ore fa

Utilu Mozilla Firefox Collection permette di installare in modo indipendente differenti versioni del browser Mozilla Firefox. La disponibilità di differenti versioni di questo browser permette di verificare facilmente la compatibilità delle proprie pagine web anche con versioni di browser disponibili da tempo per il download.


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Sino a 3.400 MHz con il kit memorie DDR4 di Corsair

Una frequenza di clock ufficiale di 3.400 MHz: è questo quanto promette Corsair con il kit memoria Dominator Platinum DDR4 3.400 MHz, una proposta che abbina il nuovo standard DDR4 per schede madri basate su chipset Intel X99 ad una frequenza di clock estremamente elevata.

Ad una frequenza di clock così elevata si arriva solo attraverso un attento abbinamento con la scheda madre. Corsair ha optato per il modello Gigabyte X99-SOC Champion, una scheda specificamente sviluppata per l'abbinamento con i processori Intel della famiglia Haswell-E pensando alle necessità dell'utente più appassionato di overclocking. E' ipotizzabile che nelle prossime settimane Corsair possa estendere la lista di compatibilità anche ad altri prodotti basati su chipset X99.

corsair_dominator_ddr4_3400.jpg (75123 bytes)

Il kit è composto da 4 moduli DDR4 ciascuno da 4 Gbytes di capacità, per un totale di 16 Gbytes. I timings abbinati alla frequenza di clock di 3.400 MHz sono quelli di 16-18-18-36. A caratterizzare i moduli il sistema di raffreddamento DHX Technology, che vede l'utilizzo di un dissipatore di calore a diretto contatto con il PCB e i moduli memoria.

Queste memorie sono state utilizzate nei giorni scorsi per ottenere, in abbinamento alla scheda madre Gigabyte X99-SOC Champion, una frequenza di clock record di 4.365,6MHz abbinando un sistema di raffreddamento ad azoto liquido. Le memorie sono proposte a 999 dollari, tasse escluse, nel mercato nord americano in abbinamento a garanzia a vita. Una cifra a dir poco elevata per un kit specialistico, di fatto interessante solo per gli appassionati di overclock di alto livello.


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Apple e la maxi evasione fiscale in Italia: conclusa l'indagine, ecco il verdetto

Si concludono le indagini sul presunto caso di evasione fiscale da parte di Apple in Italia. La società produttrice di iPhone, iPad e della serie di prodotti Mac era stata accusata di "dichiarazione dei redditi fraudolenta", per non aver certificato un indotto di circa 879 milioni di euro nel periodo che va dal 2008 al 2013. La divisione italiana della Mela è adesso impegnata con gli organi giudiziari per trovare un accordo su un eventuale risarcimento a favore dell'Agenzia delle Entrate.

Apple Store di Bologna
Apple Store di Bologna, via Rizzoli

Coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dai pm Adriano Scudieri e Carlo Nocerino, l'esito dell'indagine colpisce direttamente l'amministratore delegato di Apple Italia Enzo Biagini e il direttore finanziario Mauro Cardaio, oltre a Michael Thomas O'Sullivan della divisione irlandese Apple Sales Internazional. La colpevolezza è stata stabilita in base all'articolo 5 del Decreto legislativo 74 del 2000, con Apple colpevole di omessa dichiarazione, per un reato che prevede pene da uno a tre anni.

Un reato di cui sono stati accusati parecchi fra i big del settore tecnologico, i cui profitti realizzati in determinati paesi vengono contabilizzati dalle divisioni estere che godono di pressioni fiscali più favorevoli. Ed è così che gli utili generati da Apple Italia andavano a finire nelle casse della Apple Sales International irlandese, con un giro di soldi che ha suscitato le curiosità dei pm, in un primo momento convinti si trattasse di reato di dichiarazione dei redditi fraudolenta per un periodo di tempo più breve.

Lo scorso novembre 2013, agli albori dell'inchiesta, Apple Italia dichiarava l'infondatezza delle accuse: "Apple paga ogni dollaro ed euro delle tasse dovute ed è continuamente oggetto di controlli fiscali da parte di governi di tutto il mondo". Una linea che la società ha continuato a seguire durante l'indagine, ma che non ha portato ai risultati sperati. Adesso che l'indagine è conclusa, Apple dovrà rispondere di un'evasione fiscale pari a circa 879 milioni di dollari, con l'obiettivo di trovare un'intesa dal punto di vista tributario o penale.


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Apple e la maxi evasione fiscale in Italia: concluse le indagini sul caso

Si concludono le indagini sul presunto caso di evasione fiscale da parte di Apple in Italia. La società produttrice di iPhone, iPad e della serie di prodotti Mac era stata accusata di "dichiarazione dei redditi fraudolenta", per non aver certificato un indotto di circa 879 milioni di euro nel periodo che va dal 2008 al 2013. La divisione italiana della Mela è adesso impegnata con gli organi giudiziari per trovare un accordo su un eventuale risarcimento a favore dell'Agenzia delle Entrate.

Apple Store di Bologna
Apple Store di Bologna, via Rizzoli

Coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dai pm Adriano Scudieri e Carlo Nocerino, l'esito dell'indagine colpisce direttamente l'amministratore delegato di Apple Italia Enzo Biagini e il direttore finanziario Mauro Cardaio, oltre a Michael Thomas O'Sullivan della divisione irlandese Apple Sales Internazional. La colpevolezza è stata stabilita in base all'articolo 5 del Decreto legislativo 74 del 2000, con Apple colpevole di omessa dichiarazione, per un reato che prevede pene da uno a tre anni.

Un reato di cui sono stati accusati parecchi fra i big del settore tecnologico, i cui profitti realizzati in determinati paesi vengono contabilizzati dalle divisioni estere che godono di pressioni fiscali più favorevoli. Ed è così che gli utili generati da Apple Italia andavano a finire nelle casse della Apple Sales International irlandese, con un giro di soldi che ha suscitato le curiosità dei pm, in un primo momento convinti si trattasse di reato di dichiarazione dei redditi fraudolenta per un periodo di tempo più breve.

Lo scorso novembre 2013, agli albori dell'inchiesta, Apple Italia dichiarava l'infondatezza delle accuse: "Apple paga ogni dollaro ed euro delle tasse dovute ed è continuamente oggetto di controlli fiscali da parte di governi di tutto il mondo". Una linea che la società ha continuato a seguire durante l'indagine, ma che non ha portato ai risultati sperati. Adesso che l'indagine è conclusa, Apple dovrà rispondere di un'evasione fiscale pari a circa 879 milioni di dollari, con l'obiettivo di trovare un'intesa dal punto di vista tributario o penale.


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Samsung NX500 arriva in Italia a 749€

Samsung NX500 arriva in Italia a 749€

"La nuova Samsung NX500 adotta lo stesso sensore APS-C CMOS retroilluminato da 28,2 megapixel della sorella maggiore NX1 con 205 punti a rilevazione di fase e possibilità di registrare filmati 4K: arriva in Italia a 749€"

Samsung annuncia oggi il lancio sul mercato italiano di Samsung NX500, l'ultima nata della famiglia delle mirrorless del produttore coreano. Descrivere in sintesi Samsung NX500 è semplice: racchiude infatti cuore di NX1 in un corpo più compatto e più accessibile dal punto di vista del prezzo. Come la sorella maggiore NX1, di cui a questo indirizzo trovate la nostra recensione completa, la nuova mirrorless della casa coreana utilizza il processore DRIMeV e il sensore APS-C CMOS retroilluminato da 28,2 megapixel con 205 punti a rilevazione di fase, 153 dei quali a croce, in grado di operare in cooperaizone con le 209 zone a rilevazione di contrasto.

La fotocamera è in grado di registrare filmati in formato 4K a 24p in con codec H.265, oppure a 1080p a 60 fps e offre anche la possibilità con la funzione Interval Capture di creare video time lapse in formato Ultra HD. Si tratta, inoltre, di una macchina in grado di scattare a raffica a 9 frame al secondo, con sensibilità fino a 51.200 ISO.

La fotocamera fa a meno del mirino e affida il puntamento al display touchscreen - orientabile ribaltabile - da 3" e 1036k punti; naturalmente non mancano la connettività Wi-Fi e NFC per la connessione a smartphone e tablet, anche per lo scatto remoto con l'app dedicata. Tra le altre specifiche si segnalano l'otturatore fino a 1/6000s e Samsung Auto Shot (SAS) che utilizza il sistema motion detection per individuare in autonomia il momento ideale per scattare. Disponibile nel colore nero al prezzo suggerito al pubblico di 749,00 €, la NX500 è preordinabile in esclusiva sullo store online di Samsung fino al 30 Marzo con la possibilità di ricevere in regalo una Memory Card SD Pro da 32GB.


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Wozniak boccia l'Apple Watch Edition, e continua: 'Questa tecnologia ci renderà schiavi'

In fase di presentazione Apple ha definito il nuovo Watch come il dispositivo proprietario più personale di sempre, ed è proprio uno dei pionieri del personal computer a parlarne, Steve Wozniak, con una riflessione aggiuntiva sulle versioni più costose. Agli albori di Apple, Woz e Jobs incarnavano due visioni del mondo informatico molto differenti e possiamo dire che se Wozniak fosse ancora in Apple, probabilmente Apple Watch Edition non ci sarebbe mai stato.

Steve Wozniak

Il co-founder della Mela è positivo nei confronti di Watch Sport e Watch, ma le versioni Edition non rientrano nel concetto che lui stesso ha di tecnologia: "Se compri i modelli più costosi, non stai comprando uno smartwatch la cui peculiarità è il numero di app disponibili", ha dichiarato il co-fondatore di Apple a The Australian Financial Review in uno dei giudizi più fulgidi - e forse banali - che ad oggi ha ricevuto lo smartwatch aureo di Cupertino.

"Come un Rolex, lo compri per il prestigio e il marchio e diventa un simbolo di chi sei. La differenza fra un Watch da 10 mila dollari ed uno da 17 mila dollari è racchiusa nella sola scelta del cinturino, e un ingegnere come me non capisce questo modo di considerare la tecnologia, non è il mondo che mi appartiene". Secondo Woz, insomma, Apple Watch Edition non è un prodotto informatico, e non va comprato in quanto tale.

Tuttavia, aggiungiamo noi, l'orologio d'oro della Mela si scontrerà irrimediabilmente con i compromessi del settore tecnologico, con un orologio da decine di migliaia di euro che potrebbe divenire ben presto un oggetto obsoleto, senza però assumere i connotati tipici di un prodotto senza tempo. Come verrà inteso il primo Apple Watch in oro da qui a qualche anno? Un prodotto che avrà fatto la storia, o un fermacarte molto costoso?

Wozniak ha comunque continuato sull'argomento dicendo la sua: "Non comprerò l'Edition fino a quando non sarà una cosa che vorrò utilizzare ogni singolo giorno continuamente come parte permanente della mia vita. Solo in quel momento potrei considerare di scegliere la più bella versione da gioielleria".

Il co-fondatore della Mela si è invece espresso positivamente a riguardo del possibile ingresso di Apple nel settore dell'automotive. Secondo Woz, Apple ha bisogno di nuovi mercati da aggredire, ma comunque si dimostra estraneo alla vicenda: "Non so se Apple lo stia facendo davvero, o se stiano solo lavorando sulle loro applicazioni per CarPlay, ma sembra che la società stia assumendo un sacco di nuovo personale in grado di assemblare un veicolo", ha risposto.

Alla domanda sul futuro della tecnologia e dell'umanità, Wozniak si rivolge con gli stessi toni distopici utilizzati da altri pionieri del mondo informatico. L'ingegnere che ha dato vita ai primi computer Apple sostiene che ci accingiamo a divenire sempre più dipendenti dalle macchine, a tal punto che stiamo consegnando loro un potere enorme: "I computer si accingono a prendere il posto degli esseri umani, non c'è dubbio", ha detto Woz.

"Come hanno già previsto Stephen Hawking o Elon Musk, le previsioni sul futuro fanno paura. Se costruiamo questi dispositivi in modo che si prendano cura di noi per tutto, alla fine inizieranno a pensare in maniera più veloce di noi stessi, e non potranno che sbarazzarsi di noi per operare in maniera più efficiente".


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Apple si prepara al lancio di una nuova Web TV con più di 25 canali

Written By Unknown on Selasa, 17 Maret 2015 | 23.47

Secondo un nuovo report del Wall Street Journal, Apple starebbe pianificando il lancio commerciale di un servizio di TV online con supporto per circa 25 canali. Compatibile con tutti i dispositivi iOS e l'Apple TV, il nuovo servizio potrebbe essere lanciato già durante il prossimo autunno, con l'annuncio ufficiale previsto a giugno in concomitanza del debutto del servizio di musica in streaming su base Beats.

Apple TV

Come già accaduto con molte novità di stampo multimediale (ad esempio iTunes Radio), si tratta di una novità probabilmente esclusiva per il mercato statunitense, almeno nei primi anni dal debutto. Fra i canali supportati il Journal nomina infatti alcune delle emittenti più importanti d'oltreoceano, fra cui spiccano ABC, CBS e Fox.

"Il gigante tecnologico sta trattando con i dirigenti del settore per offrire questo autunno un pacchetto essenziale di emittenti televisive", sono queste le parole del Journal che cita le solite fonti vicine alle vicende. "Il servizio avrebbe circa 25 canali, sarà supportato da canali come ABC, CBS e Fox e sarà disponibile sui dispositivi Apple, come anche la Apple TV".

Fra i nomi più importanti, fra le emittenti statunitensi, ci potrebbero essere alcune gravi mancanze. A causa di una frattura fra Apple e Comcast, il servizio Web TV di Cupertino potrebbe non avere i canali di NBCUniversal, come NBC, Bravo e USA. Non mancheranno i canali di Disney: Bob Iger, CEO della società, è nel consiglio di Apple ed è nota la sinergia che sussiste fra le due diverse realtà.

Sebbene il Journal sia da considerare una fonte affidabile, la notizia va presa come un'indiscrezione che potrebbe venire smentita in qualsiasi momento. Apple potrebbe infatti aver pianificato il progetto, ma è probabile che questo venga cassato o modificato sulla base di mutate esigenze della società. Se venisse confermato, il nuovo servizio potrebbe essere annunciato insieme ad una nuova Apple TV più sottile e con una nuova interfaccia utente.


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Una scheda Asus TUF Sabertooth anche per piattaforme X99

Asus ha esteso anche il chipset X99, per processori Haswell-E, alla famiglia di prodotti appartenente alla serie TUF Sabertooth. La nuova scheda Sabertooth X99 si caratterizza per la presenza del Thermal Armor, copertura plastica che secondo quanto sviluppato da Asus permette di meglio veicolare il calore generato dai componenti superficiali della scheda madre durante il suo funzionamento.

La gamma TUF (The Ultimate Force) Sabertooth si caratterizza, nella linea di prodotti Asus, per essere quella con la quale il produttore taiwanese punta l'attenzione alla stabilità di funzionamento nel lungo periodo. Da questo ne deriva una scelta peculiare dei componenti, oltre ad una garanzia che è superiore alla media dei prodotti di questa categoria.

Il guscio plastico frontale caratterizza visivamente questa scheda ma lo stesso vale per la placca posteriore in metallo, anche in questo caso capace sia di proteggere i componenti superficiali sia di meglio gestire la dissipazione del calore.

Tra le altre caratteristiche tecniche di questo prodotto segnaliamo la presenza di porte USB 3.1 Type-A, la possibilità di connettere periferiche di storage M.2 oltre a quelle SATA Express, i ben 11 connettori di alimentazione per ventole con segnale a 3 oppure 4 pin a seconda del posizionamento.

TUF Detective è il nome scelto da Asus per una particolare funzionalità di diagnostica della scheda madre, che permette di interfacciare la scheda con uno smartphone basato su OS Android così da verificarne i principali parametri di funzionamento in tutte le fasi. Al momento attuale questa tecnologia richiede il collegamento via cavo con lo smartphone, utilizzando una porta appositamente prevista nella parte posteriore della scheda madre.

La nuova scheda TUF Sabertooth X99 è stata annunciata in questi giorni al CeBot di Hannover. La scheda è coperta da una garanzia di 5 anni, superiore alla media dei prodotti concorrenti di altre linee, mentre al momento attuale Asus non ne ha ancora reso disponibile il listino ufficiale.


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CrystalDiskMark

scheda aggiornata 3 ore fa

Utility che permette di analizzare le prestazioni del proprio hard disk, misurando le velocità di lettura e scrittura sia sequenziali che random.


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Nintendo svilupperà giochi per mobile e annuncia una nuova piattaforma hardware, NX

Nintendo ha più volte rifiutato l'idea di investire su piattaforme mobile di terze parti ma, nonostante le molteplici discussioni passate sull'argomento, ad oggi arriva la conferma ufficiale. Attraverso un accordo stipulato con lo sviluppatore DeNA, la realtà che ha inventato Mario ha annunciato ufficialmente di non voler rinunciare al proficuo segmento mobile, rilasciando giochi originali ma contenenti le tipiche proprietà intellettuali legate al brand Nintendo.

Super Mario Bros su iPhone

Non vedremo quindi i porting dei titoli più celebri del colosso giapponese, ma esclusivamente "nuovi contenuti originali ottimizzati per le funzionalità degli smart device". Nintendo quindi risponde alle recenti critiche degli investitori, che hanno sollecitato la società a più riprese perché questa sfruttasse in maniera più efficace le importanti proprietà intellettuali detenute, massimizzando così i profitti puntando sui mercati più floridi.

Ma i rifiuti passati di Nintendo erano legati anche a motivazioni di tipo strategico, e non solo sentimentale. Rilasciando su smartphone i contenuti storicamente legati al marchio giapponese e al suo hardware, la società avrebbe rischiato di cannibalizzare le vendite delle sue console, soprattutto quelle di Nintendo DS. I nuovi annunci, tuttavia, indicano che qualcosa è cambiato nei vertici della società.

I giapponesi vogliono realizzare un servizio sullo stile di Steam, basato probabilmente sul portale già esistente di DeNA, che sia compatibile con smartphone e console di gioco, anche se non è chiaro come questo possa conciliarsi con le restrittive direttive impartite ad esempio da Apple su App Store. Nintendo e DeNA non hanno specificato quando saranno disponibili i primi titoli per smartphone frutto della nuova partnership, tuttavia è probabile che non vedremo alcuna novità ancora per alcuni mesi.

Nintendo ha anche lanciato una bomba, nota adesso con il codice "NX". Annunciata come una "nuova piattaforma di gioco", ha tutta l'aria di essere una nuova console next-gen di Nintendo: "È troppo presto per approfondire i dettagli su questo progetto", ha annunciato la società. "Speriamo di condividere più informazioni con voi l'anno prossimo".


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Internet Explorer è morto, e Microsoft è il suo boia

Nonostante Microsoft abbia già fatto intuire che il brand Internet Explorer sia "in procinto di morire", la società ha confermato in via ufficiale che sta cercando un nuovo brand per il suo successore, conosciuto ad oggi con il nome di Spartan. L'obiettivo è quello di recuperare gli utenti perduti per strada nel corso degli anni, sempre più affascinati dalle prodezze che riescono ad offrire i browser concorrenti, Chrome su tutti.

Spartan
Microsoft Spartan, nome in codice del nuovo browser di Windows 10

"Stiamo valutando quale possa essere il nuovo brand, o il nuovo nome, che avrà il nuovo browser su Windows 10", ha dichiarato Chris Capossela, Marketing Chief di Microsoft durante l'evento Microsoft Convergence tenutosi lunedì scorso. "Internet Explorer continuerà ad esserci, ma avremo anche un nuovo browser chiamato Project Spartan, in cui Spartan è il nome in codice. Dobbiamo trovargli un nome", ha infine specificato.

Internet Explorer rimarrà in alcune versioni di Windows 10, ma solo ed esclusivamente per garantire piena compatibilità con alcuni siti web più vecchi o con alcuni strumenti del settore enterprise. Ma la modalità principale con cui si avrà accesso al World Wide Web con il prossimo sistema operativo sarà Spartan, elemento che stabilisce l'inizio della fine per Internet Explorer, storica soluzione per la navigazione su Windows.

StatCounter, dati sulla diffusione dei browser web nel mondo
StatCounter, dati sulla diffusione dei browser web nel mondo

Capossela non l'ha specificato in questi toni, ma è chiaro che Microsoft voglia ormai allontanarsi da un brand che viene spesso accostato ad un prodotto fallimentare, spesso instabile e poco sicuro. Nonostante Internet Explorer sia diventata fra le soluzioni migliori per navigare sul web, il nome è indissolubilmente legato ad una fama non proprio invidiabile. Anche la stessa Microsoft ha cercato di ironizzare sulle vecchie versioni del browser cercando di puntare sulle qualità delle nuove, senza comunque ottenere i risultati sperati.

Internet Explorer è infatti in piena caduta libera ormai da anni. Se si considerano le statistiche di StatCounter, il browser di Redmond è passato dal 70% delle quote di mercato globali del 2008 a meno del 20% di oggi, venendo ormai doppiato da Chrome. Un declino che appare inarrestabile, con la curva che potrebbe portare a risultati ancora più impietosi nel giro di pochi anni con un eventuale sorpasso anche da parte di Firefox. Sorpasso che in realtà in Italia (e molti altri paesi) è già avvenuto da poco più di un anno.

StatCounter, dati sulla diffusione dei browser web in Italia
StatCounter, dati sulla diffusione dei browser web in Italia

È chiaro che Spartan sia stato progettato soprattutto tenendo bene in mente le esigenze dell'utente di Chrome: non solo avrà il supporto alle ormai indispensabili estensioni di terze parti, ma anche la scelta del nome sarà operata - almeno in parte - sulla base dei gusti e del potenziale appeal dell'utente medio del browser di Google. Ad esempio, la società ha scoperto mediante una ricerca inglese che utilizzando Microsoft prima del nome segreto l'appeal generato sugli utenti Chrome aumenta: "Solo mettendo il nome Microsoft prima, la differenza di appeal sugli utenti Chrome diventa evidente", ha infine concluso il dirigente di Microsoft.


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Reloaded Games acquisisce Hawken

Reloaded Games ha annunciato di aver acquisito i diritti su Hawken attraverso un post su Facebook. Lo sviluppo del promettente simulatore di mech si è arenato negli ultimi mesi, visto che Hawken è nella fase di Steam Accesso Anticipato ormai da più di un anno.

Hawken

Si spera, quindi, che i capitali di Reloaded Games possano accelerare lo sviluppo. Anche perché non è la prima volta che questa software house si fa carico di una situazione del genere: aveva rilevato, infatti, anche l'MMO automobilisto APB per farlo diventare APB Reloaded.

"Siamo molto orgogliosi di annunciare che Reloaded Games è adesso il nuovo proprietario di Hawken", si legge su Facebook. "È un grande onore essere parte della storia di Hawken. Quando i forum saranno di nuovo attivi, condivideremo molti altri dettagli sullo sviluppo del gioco".

Hawken è uno sparatutto in prima persona con combattimenti tra pesanti macchine da guerra che richiamano molto il look meccanico e ingombrante di "Mechwarrior". Ne abbiamo parlato diffusamente qui.


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NVIDIA, nella sede di Santa Clara dove nascono i chip video

Con il GTC in pieno svolgimento, NVIDIA ha aperto le porte della propria sede ai giornalisti, offrendo un'occasione molto ghiotta per capire bene come funzionano le cose fra quelle mura. Un'esperienza interessante, specie si si pensa all'enorme evoluzione tecnologica che si è susseguita nel corso degli anni.

Per fare un esempio: questa sede è attiva da fine 1993, praticamente un'era geologica fa in termini informatici. Si pensi al chip Riva TNT (NV4, correva il 1998), che stabilì quello che allora era un record da lasciare a bocca aperta: ben 7 milioni di transistor al proprio interno! Oggi Titan X di transistor ne vanta 8 miliardi...

Insomma, qui il progresso galoppa, motivo per cui acquista ancora più interesse sapere che esiste un emulation lab, oppure un settore del controllo qualità che sfrutta usa lo stesso tipo di fotocamera utilizzata dal telescopio spaziale Hubble per ricerche all'infrarosso su eventuali difetti nei chip.

Ovvio, c'è anche l'area demo... se vi abbiamo incuriositi vi invitiamo a guardare il video che trovate di seguito, per dare letteralmente uno sguardo all'interno di quelle mura normalmente ben celate agli occhi della gente, specie se sono giornalisti dalla bocca larga.


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Apple MacPook Pro e MacBook Air, migliorie e qualche attesa delusa

Written By Unknown on Selasa, 10 Maret 2015 | 23.47

Apple aggiorna la gamma di MacBook Pro e MacBook Air, intervenendo principalmente sulla piattaforma hardware legata ai processori Intel Broadwell di nuova generazione. Iniziamo a descrivere i nuovi MacBook Air, disponibili nelle varianti con display da 11 e 13 pollici, due modelli ciascuna. Già che si parla di display possiamo già dire cosa non c'è, ovvero un pannello Retina ad alta definizione, che molti appassionati attendevano. Il modello da 11" adotta una risoluzione di 1366x756 pixel, mentre sul più grande 13" abbiamo una 1440x900 pixel.

La prima novità, come accennato, arriva sul versante dei processori e relative novità legate alla piattaforma. Fanno la loro comparsa i processori Intel Core i5 dual-core da 1,6GHz (Turbo Boost fino a 2,7GHz) con 3MB di cache L3 condivisa, con l'opzione del modello Intel Core i7 dual-core a 2,2GHz (Turbo Boost fino a 3,2GHz) con 4MB di cache L3 condivisa, questo per tutti e quattro i MacBook Air. In comune è anche il sottosistema video Intel HD Graphics 6000, così come il quantitativo di RAM installato di 4GB, opzionalmente portato a 8GB in fase di ordine. Fa la sua comparsa Thunderbolt 2, più veloce della versione precedente, così come 2 porte USB 3.0 e un lettore di SDXC card sul 13 pollici (su quello da 11 manca).

Le dimensioni del modello da 11 pollici sono di 30x19,2x1,7cm, con un peso che ferma la bilancia a 1.08Kg. Passando al 13 pollici abbiamo le dimensioni di 32,5x22,7x1,7cm, con peso di 1,35Kg. Lo storage è basato esclusivamente su soluzioni Solid State Drive PCIe, disponibili nelle versioni da 128GB nei modelli base e 256GB in quelle di fascia più alta, dove è disponibile l'opzione 512GB.

Riassumendo: MacBook Air è ora in vendita in due versioni da 11 pollici e due versioni da 13, differenziati nel modo seguente:

MacBook Air 11 pollici:

- Versione con Intel Core i5 (opzione Core i7), 4GB di memoria (opzione 8GB), SSD 128GB (no opzioni): da 1029,00 Euro
- Versione con Intel Core i5 (opzione Core i7), 4GB di memoria (opzione 8GB), SSD 256GB (opzione 512GB): da 1279,00 Euro

MacBook Air 13 pollici:

- Versione con Intel Core i5 (opzione Core i7), 4GB di memoria (opzione 8GB), SSD 128GB (no opzioni): da 1179,00 Euro
- Versione con Intel Core i5 (opzione Core i7), 4GB di memoria (opzione 8GB), SSD 256GB (opzione 512GB): da 1379,00 Euro

Passiamo ora ai MacBook Pro: i modelli presentati sono tre, tutti con display da 13 pollici Retina 2560x1600 pixel. Novità principali sono i nuovi processori Intel Core di quinta generazione, Thunderbolt 2 e sottosistema storage SSD con interfaccia PCIe. Entrando nel dettaglio, i processori base sono Intel Core i5 dual-core da 2,7GHz (Turbo Boost fino a 3,1GHz) con 3MB di cache L3 condivisa, mentre il più costoso adotta un Intel Core i5 dual-core a 2,9GHz (Turbo Boost fino a 3,3GHz) con 3MB di cache L3 condivisa.

Per tutti i modelli si può contare su un upgrade dei processori passando a Core i5 più potenti oppure a Core i7. In comune troviamo il quantitativo base di memoria, 8GB LPDDR3 a 1866MHz, che in fase di ordine può salire a 16GB. Grande discriminante fra i modelli è il Solid State Drive PCIe adottato: 128GB, 256GB o 512GB rispettivamente dal più economico MacBook Pro al più caro, dove quest'ultimo lascia aperta la porta ad un upgrade fino a 1TB SSD. Per tutti i modelli il sottosistema video è Intel Iris Graphics 6100, quindi su nessun modello, nemmeno su quello più caro, troviamo una scheda video discreta a disposizione, nemmeno in opzione.

Riassumendo: i nuovi MacBook Pro nella variante da 13 pollici Retina 2560x1600pixel sono tre:

- Versione con Intel Core i5 2,7GHz (opzione Core i5 e i7), 8GB di memoria (opzione 16GB), SSD 128GB (no opzioni): da 1499,00 Euro
- Versione con Intel Core i5 2,7GHz (opzione Core i5 e i7), 8GB di memoria (opzione 16GB), SSD 256GB (no opzioni): da 1699,00 Euro
- Versione con Intel Core i5 2,9 GHz (opzione Core i7), 8GB di memoria (opzione 16GB), SSD 512GB (opzione 1TB): da 2049,00 Euro
 

La scelta di non dotare MacBook Air di display Retina può essere motivata dal fatto di voler tenere i prezzi "bassi" (per gli standard Apple, ovviamente) rispetto al nuovo MacBook, evitando sovrapposizioni. Ovvio, è un'ipotesi discutibile a nostro avviso la mancanza di una scheda video discreta, almeno in opzione, sui modelli MacBook Pro 13 pollici, di solito scelti dai professionisti o da chi comunque usa il computer in maniera intensa. Non ce ne voglia Intel, ma per quanto potente possano descriverla Iris Graphics 6100 deve ancora dimostrare di essere superiore a una soluzione discreta NVIDIA o AMD.


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Standing ovation per Star Wars Battlefront al GDC

Nel mondo dell'intrattenimento inteso in senso lato il 2015 sarà soprattutto l'anno di Star Wars. E non solo al cinema, ma anche nei videogiochi, visto che Electronic Arts e DICE, il core team di Battlefield, stanno ultimando i lavori su Star Wars Battlefront.

Peter Moore

EA e DICE hanno mostrato il nuovo trailer di Battlefront al GDC a porte chiuse, ed è emerso che le fresche immagini del gioco hanno scatenato una vera e propria standing ovation da parte dei giornalisti che hanno avuto modo di vederle.

"Una superba standing ovation per l'ultimo filmato di gameplay di Star Wars Battlefront", ha infatti twittato Peter Moore, COO di EA. Sembra che questo filmato sia destinato a essere mostrato pubblicamente, ma ancora non si hanno certezze in tal senso.

Ultimamente si è parlato del nuovo Battlefront anche per la presunta aggressiva strategia di DLC, secondo i documenti pubblicati da KitGuru. Se ne saprà certamente di più al prossimo E3, quando EA presenterà Battlefront, che ricordiamo essere previsto per la prossima stagione natalizia, in pompa magna.

Probabilmente si tratta di una variante degli ultimi Battlefield in salsa Star Wars, con una campagna in tema rispetto alle vicende che vedremo al cinema nell'attesissimo Episodio VII. Battlefront aveva già fatto gridare al miracolo allo scorso E3, e solo per qualche secondo di gameplay inserito in un più ampio filmato di presentazione. Trovate il video E3 2014 qui di seguito.


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Ti manca l'atmosfera delle foto di una volta? Fatti stupire da Art Filter di Olympus OM-D E-M5 MKII

in collaborazione con Polyphoto


Ti manca l'atmosfera delle foto di una volta? Fatti stupire da Art Filter di Olympus OM-D E-M5 MKII
di Redazione, pubblicata il

"Le foto di una volta hanno un'atmosfera particolare, che oggi forse si è un po' persa con il digitale. È possibile ricrearla coi programmi di elaborazione, ma spesso il tempo è quello che manca: Olympus con i suoi Art Filter permette di far tornare in vita le foto di un tempo con un solo click su OM-D E-M5 Mark II"

Uno degli aspetti che ha tenuto per anni alcuni utenti lontani dalla fotografia digitali è stata la differenza di resa tra le vecchie foto a pellicola e quelle che vengono memorizzate sulla shceda di memoria della fotocamera. Come ricreare quell'atmosfera delle foto di una volta, quelle che ogni tanto ritroviamo in fondo a un cassetto? La risposta più scontata potrebbe essere rappresentata dal ricorso a Photoshop, ma davvero abbiamo tutto quel tempo a disposizione per stare ore davanti al PC per modificare le nostre foto?

Olympus ha dato da tempo una risposta a questa esigenza con i suoi Art Filter: si tratta di filtri applicati direttamente in macchina alle immagini che riescono a riportare in vita lo stile delle vecchie foto a pellicola: Cross Process, Toni Drammatici, ma anche simulazioni che rendono le foto simili a fumetti o acquerelli. La gamma è veramente ampia e a ogni filtro è possibile aggiungere particolari come la cornice, la vignettatura, l'effetto diorama. Inoltre i filtri vengono visualizzati in Live View direttamente nel mirino o sul display della fotocamera e quindi il fotografo può scattare e comporre con già davanti agli occhi quello che sarà il risultato finale della foto con il filtro creativo applicato.

La nuova Olympus OM-D E-M5 Mark II eredita dai modelli precedenti alcune interessanti caratteristiche per quanto riguarda gli Art Filter: non solo è possibile utilizzarli - oltre che in ambito fotografico - per registrare un video, ma grazie ai comandi touch screen è possibile variare il tipo di filtro durante la registrazione del filmato, senza interruzioni, in modo silenzioso (senza il click di tasti e ghiere) magari anche aggiungendo altri effetti e transizioni, effettuando un vero e proprio montaggio in macchina.

Con una gamma così ampia a disposizione a volte però la cosa più difficile è scegliere il filtro giusto: Olympus ha la soluzione al problema con la modalità di scatto Art Filter Bracket. In pratica la macchina scatta una foto e la memorizza sulla scheda in tutte le varianti possibili messe a disposizione dagli Art Filter. Con un singolo click del pulsante di scatto si ottengono quindi svariate foto: non è necessario usare sempre tutti i filtri per il bracketing, è possibile selezionare quali Art Filter escludere e usare solo quelli che ci piacciono di più.

In questo modo si può pensare solo a scattare e non si perdono attimi preziosi per cambiare il tipo di filtro quando ci si trova di fronte a una situazione che richiede magari il bianco e nero o che risulterebbe raccontata meglio con toni vintage. Inoltre la funzione può risultare anche molto didattica: scattando con tutti i filtri è possibile capire in quali situazioni ogni Art Filter dà il meglio di sé. Potremmo così scoprire che un filtro è perfetto in quella situazione in cui noi ne avremmo magari usato un altro, imparando così qualcosa di nuovo.


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Assetto Corsa Dream Pack 1: Touristenfahrten per gli amanti dei track day

L'inclusione del leggendario circuito del Nordschleife nel Dream Pack 1 di Assetto Corsa, fa sapere Kunos Simulazioni, non si limita alla sua versione più nota, ma integra anche la nuova modalità "Touristenfahrten". Si tratta di una modalità che sarà particolarmente gradita dagli amanti dei track day, la cui filosofia di base è fortemente presente e ben riprodotta in Assetto Corsa.

Touristenfahrten

All'interno del Touristenfahrten si percorre il Park in uscita, e al termine del giro è necessario seguire il percorso guidato che riporta all'interno del parcheggio. Per vivere al meglio un track day virtuale, dunque, in Assetto Corsa Dream Pack 1 si trova una modalità dedicata, che sia in modalità pratica che multiplayer consente di simulare il percorso completo, prendendo i tempi sul giro dal primo ponte dopo il parcheggio, fino alla struttura all'inizio del lungo rettilineo del "döttinger höhe".

I ragazzi di Kunos Simulazioni vogliono catturare il fascino completo del Nürburgring-Nordschleife, permettendo di percorrerlo con una grande varietà di auto. Per tutti i dettagli sul DLC, che diventerà disponibile dalla giornata di domani, cliccate qui.

Il Dream Pack 1 può essere acquistato in pre-ordine fino a Mercoledì 11 al prezzo di 9,99 Euro a questo indirizzo.


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PRTG Network Monitor

scheda aggiornata 2 ore fa

PRTG Network Monitor è un potente software per il monitoraggio della rete. L'applicazione consente di monitorare continuamente la disponibilità delle risorse di rete, misurare l'utilizzo della banda a disposizione e analizzare il flusso dei pacchetti, restituendo all'amministratore di rete dati estremamente importanti sotto forma di report.

Oltre ai report sullo stato dei nodi della rete, il programma offre la possibilità di configurare un sistema di avvisi che allerta l'amministratore di rete via sms o e-mail nel caso in cui si verifichino problemi o malfunzionamenti.

Per la visualizzazione dello stato delle rete sono disponibili ben 3 differenti interfacce: la più pratica è versatile è sicuramente l'interfaccia web, consultabile attraverso un qualsiasi browser web, ma in alternativa è possibile utilizzare una confortevole GUI per Windows o la versione mobile per iPhone.

Il software può essere utilizzato gratuitamente sia per uso privato che commerciale, ma in tal caso è possibile tenere sotto controllo solamente 10 nodi; per monitorare un numero più ampio di nodi è necessario acquistare una delle diverse licenze previste dal produttore. Ulteriori informazioni in tal senso sono disponibili sul sito ufficiale di PRTG Network Monitor.

Change Info:
Bugfix [EC]: Sensor gauges were missing in the Enterprise Console
Minor other fixes

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The Witcher 3 in bundle con le recenti GeForce e con i notebook con GTX 970M

The Witcher 3: Wild Hunt sarà uno dei giochi del 2015 tecnologicamente più avanzati, anche perché capace di sfruttare alcune tecnologie NVIDIA come HairWorks e PhysX. Per questi motivi verrà anche offerto in bundle con le schede grafiche GeForce GTX 980, 970 e 960 e con i notebook con GTX 970M o superiore.

The Witcher 3: Wild Hunt

L'offerta è disponibile da oggi per un periodo di tempo limitato, come si legge sul sito ufficiale NVIDIA. Naturalmente, le schede video GeForce costituiscono la migliore soluzione per godere pienamente degli effetti grafici avanzati di HairWorks e PhysX, secondo la stessa NVIDIA.

I Regni del Nord di The Witcher 3, infatti, ospiteranno più di 50 fra mostri e personaggi con capigliature e pellicce avanzate rese possibili da HairWorks. PhysX, invece, renderà più dettagliati i vestiti dei personaggi e gli altri tessuti, e sarà ovviamente alla base delle distruzioni rendendo i combattimenti particolarmente spettacolari.

The Witcher 3: Wild Hunt sarà disponibile dal 19 maggio.


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Da Catania, un beat'em up che ha fatto parlare di sé al GDC

Sviluppato da Rimlight Studios, un team che ha sede a Catania, Zheros è un ambizioso progetto destinato al PC e alle console di nuova generazione. In occasione del Game Developers Conference, Rimlight Studios ha annunciato che Zheros uscirà su Xbox One e che farà parte del programma ID@Xbox, rivolto da Microsoft agli sviluppatori indipendenti.

Zheros

Le radici di Zheros affondano nei classici beat'em up che hanno definito un'intera generazione anni fa. Zheros metterà a disposizione dei giocatori un vasto numero di combo, scontri serrati ambientati in location fantascientifiche e l'opportunità di utilizzare armature meccaniche equipaggiate con potenti armi. I giocatori potranno affrontare l'avventura da soli o in co-op, scegliendo se interpretare il poderoso quanto impacciato Mike o la risoluta ed agile Dorian. E dovranno affrontare il temibile Dottor Vendetta, portatore del caos imperante e custode di un segreto che il team Zheros scoprirà a proprie spese.

"Per una società giovane come Rimlight Studios l'essere invitati a partecipare ad un evento di rilievo come il GDC 2015 costituisce una grande opportunità per promuovere non solo il nostro video gioco, ma anche un settore che in Italia non ha ancora trovato il giusto riconoscimento", ha detto a Gamemag Fabio Ilacqua, Art Director presso Rimlight Studios.

"L'importanza di ZHEROS risiede nel suo essere un progetto ambizioso. ZHEROS costituisce infatti il nostro primo progetto, il cui rilascio è previsto entro il 2015 tramite digital download su PC, Xbox One e PS4".

L'avventura di Zheros, ci fanno sapere i ragazzi di Rimlight, ha inizio nel 2014. Il team è stato fondato da esperti del settore e gamers per passione, e conta sull'esperienza e il talento di un gruppo i cui membri hanno contribuito alla produzione di titoli molto popolari, come Ryse, Gears of War, League of Legends, Crysis 2 e 3.

"Pur essendo un team giovane e composto da soli 5 componenti, pensiamo che l'esperienza già maturata precedentemente in altre realtà del settore e su vari titoli di successo ben si adatta a questo segmento di mercato che ci è più consono", continua Ilacqua. "Non è semplice per una realtà videoludica indipendente, comunque, sviluppare un videogioco dalle caratteristiche qualitative elevate e poter figurare tra i titoli del programma ID@Xbox è sicuramente un grande traguardo".

"ZHEROS si propone come un beat'em up a scorrimento che si rifà a classici del passato come Double Dragon, Street of Rage, Golden Axe, in quanto a meccanica di base. Il giocatore sarà chiamato ad affrontare diversi livelli e ambientazioni in un viaggio che lo porterà ad affrontare il malvagio Dr. Vendetta. ZHEROS nasce, insomma, in un periodo in cui questo genere non è più molto in voga".

"Sebbene la caratteristica di base del gioco siano i combattimenti e l'azione frenetica, quello che differenzia ZHEROS da altri esponenti del genere sarà la quantità di azioni a disposizione del giocatore, una modalità di sviluppo del personaggio a seconda del proprio stile di gioco (più orientato al corpo a corpo o più dipendente da armi a distanza) e una caratterizzazione cartoonesca dei personaggi".

Per altri dettagli vi rimandiamo al sito ufficiale o alla pagina Facebook di Zheros.


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Avast! Free Antivirus

Written By Unknown on Selasa, 03 Maret 2015 | 23.47

scheda aggiornata 1 ora fa

Avast! Free Antivirus è una soluzione antivirus che fa dell'efficacia e della semplicità d'uso i suoi principali cavalli di battaglia. L'interfaccia utente, completamente rinnovata a partire dalla release 5.0, risulta infatti particolarmente adatta ai meno esperti, ma consente anche un facile accesso alle impostazioni più avanzate.

Per quanto riguarda la sicurezza, l'efficacia dell'engine antivirus di Avast! Free Antivirus è provata dalle certificazioni ICSA Labs e VB100, oltre che dagli interessanti risultati fatti registrare nel corso di alcuni test comparativi messi a punto da laboratori di ricerca indipendenti come AV-Comparatives.org e AV-Test.org.

Sotto il profilo prestazionale, Avast! Free Anvirus utilizza un quantitativo limitato di risorse del sistema e risulta estremamente leggero, pertanto rappresenta una valida soluzione anche per i computer meno potenti. Avast! Free Antivirus è utilizzabile liberamente per fini non commerciali, ma in alternativa sono disponibili a pagamento le due edizioni Avast! Pro Edition e Avast Internet Security; per ulteriori informazioni a riguardo, vi rimandiamo al sito ufficiale di Avast!

Di seguito ecco l'elenco delle principali caratteristiche tecniche del software:

  • Kernel antivirus
  • Motore di scansione euristico
  • Aggiornamenti automatici
  • AntiRootkit integrato in realtime
  • Protezione completa del sistema da malware e spyware
  • Protezione web
  • Protezione e-mail
  • Protezione P2P
  • Protezione instant messaging
  • Virus Cleaner integrato
  • Emulatore PUP (programmi potenzialmente indesiderati)
  • Modalità di gioco silenziosa
  • Supporto Sistemi Operativi a 64 bit
  • Supporto Windows 7

Qui di seguito elenchiamo in sintesi le novità presentate in questa release:


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Quintarelli: la neutralità della rete non è freno agli investimenti

La scorsa settimana la Fcc, l'autorità federale per le comunicazioni, ha fatto valere il principo della neutralità della rete. Ovvero si è conferita il potere di verificare che non ci siano differenze nella fruizione dei contenuti a prescindere dal sito o dal servizio a cui l'utente si rivolge. Inoltre, ha approvato la riclassificazione della banda larga ai sensi del titolo II del regolamento del trattato delle telecomunicazioni americane. Una rete neutrale deve essere in grado di distribuire i pacchetti di cui si compone l'informazione in maniera paritaria e senza favoritismi, senza priorità differenziate per chi è più potente o disposto a pagare di più.

Fortemente sostenuta dall'amministrazione Obama, la decisione ha inteso innanzitutto contrastare la richiesta di alcuni giganti del mondo IT che in passato avevano chiesto a Capitol Hill delle prerogative per poter offrire un servizio più veloce alle aziende disposte a pagare. Questo avrebbe infranto il concetto di democraticità massima della rete, quindi ribadito con forza dalla votazione della Fcc. La quale ha ovviamente scatenato le reazioni dei vari provider come Verizon, AT&T e Time Warner Cable, perché vedono in questo livello di regolamentazione un intralcio per investimenti e innovazione.

Stefano Quintarelli

Abbiamo affrontato tutti questi temi con Stefano Quintarelli, Senatore di Scelta Civica e imprenditore tra i pionieri del digitale in Italia. Quintarelli, che ha teorizzato Internet come "LA dimensione immateriale dell'esistenza" e che è stato tra i fondatori del primo ISP commerciale in Italia orientato al mercato professionale, I.NET (poi ceduto a British Telecom), ha già in passato affrontato il problema della neutralità della rete, ed è per questo uno dei maggiori esperti in materia.

Grazie a Quintarelli, inoltre, nei giorni scorsi l'Italia digitale ha finalmente trovato posto nella Costituzione, visto che il suo emendamento all'articolo 117 comma r ha dato allo Stato la competenza di coordinare l'informatica di tutta la Pubblica Amministrazione. Emendamento, oltretutto, votato all'unanimità, cosa che non era mai successa nella storia della Repubblica.

Con Quintarelli abbiamo parlato della decisione dell'Fcc, del ruolo dell'amministrazione Obama e dell'Unione Europea, degli scenari futuri e anche delle debolezze della internet nostrana, con ancora un forte divario tra le realtà metropolitane e quelle periferiche. Ecco il resoconto dell'intervista.

Hardware Upgrade: Ci dai, innanzitutto, un tuo parere sulla votazione Fcc?

Stefano Quintarelli: La prima cosa che si può dire è che il sistema giuridico Usa è diverso da quello europeo e difficilmente le cose possono essere trasposte da noi pari pari. I comunicati stampa sono ancora abbastanza incompleti e, quindi, bisognerà aspettare a leggere le 332 pagine della documentazione originale. Anche se qualcuno mi ha già detto che sono diventate 316 e lì bisogna vedere cosa è stato tolto. Un'altra osservazione è che l'Fcc si riserva il potere di intervenire caso per caso andando a valutare il senso di business delle attività svolte dagli operatori. È un qualcosa che negli Stati Uniti si può fare, mentre in Europa sarebbe più difficile.

Allo stesso tempo, bisogna aggiungere che in Olanda c'è già una norma attiva di questo tipo, mentre nel caso americano la norma non si è ancora vista e finora ci sono solamente i comunicati stampa. Da quando esiste questa norma in Olanda le velocità e gli investimenti sono aumentati e questo ci fa dire che non c'è un'evidente correlazione tra la neutralità e un freno agli investimenti, anzi. È vero che in Olanda c'è la televisione via cavo per cui c'è una concorrenza interna infrastrutturale che stimola gli investimenti. Quindi, la mia opinione è che la concorrenza infrastrutturale faccia bene e stimoli lo sviluppo della banda larga in quei casi in cui la concorrenza infrastrutturale è già preesistente. Allo stesso tempo tutti i tentativi di introdurre concorrenza infrastrutturale laddove non c'era hanno fatto sì che lo sviluppo della banda larga risultasse frenato. Insomma, se c'era già concorrenza è un discorso; se non c'è la concorrenza, invece, fare misure per voler introdurre forzosamente concorrenza è molto difficile.

Un altro aspetto è il seguente: bisogna che tutta la filiera sia neutrale se si vuole avere una rete veramente neutrale. Di fatto, la neutralità è un meccanismo per garantire con delle regole che si applicano ex-ante che non ci siano abusi. Si vuole che ci sia la neutralità della rete perché non si vuole che le telco condizionino il successo degli altri protagonisti della rete. E questo riguarda il mercato e riguarda i diritti civili. Però questo non è tutto, perché bisogna anche considerare l'influenza dei sistemi operativi, degli app store: nella catena tra l'attenzione dell'utente e il servizio/contenuto, oggi, non c'è solo la rete, ma ci sono vari elementi. Se la neutralità della rete, quindi, è un modo per non distorcere la concorrenza, la concorrenza può essere distorta anche in altri punti. Quindi, adesso abbiamo fatto la battaglia sulla neutralità della rete, e sembra che la stiamo vincendo, ma a questo punto diventa cruciale un'altra battaglia sulla non discriminazione dei contenuti da parte delle piattaforme.

Quintarelli ha già affrontato queste tematiche sul suo blog, per cui rimandiamo gli appassionati del tema a questo indirizzo a cui troveranno ulteriori approfondimenti.

Hardware Upgrade: Rapportando quello che è successo negli Stati Uniti alla situazione vigente in Italia, con una qualità delle linee ADSL che è molto variabile e considerata come un punto di forte arretratezza da parte dell'utenza, possiamo far rientrare questo discorso all'interno della tematica neutralità della rete?

Stefano Quintarelli: C'è chi ritiene che non sia necessario avere delle previsioni di neutralità della rete perché tanto il mercato ti consente di cambiare per ottenere buone prestazioni. Quindi, tu non vedi bene il sito "pippo", cambi operatore e a quel punto il sito "pippo" lo raggiungi bene. E quindi in presenza di una concorrenza perfetta nel mercato dell'accesso non servirebbe parlare di neutralità della rete. Questo può anche essere vero se si potesse cambiare fornitore di accesso su base estemporanea, ma in realtà tutti noi abbiamo un costo di switching tra gli operatori.

Anche in Olanda, dove c'è una concorrenza infrastrutturale tra televisione via cavo e fibra tradizionale, è stato ritenuto necessario intervenire perché si riteneva che, nonostante si fosse in presenza di una competizione infrastrutturale, comunque la concorrenza infrastrutturale non fosse sufficiente. In Italia la concorrenza infrastrutturale non c'è: abbiamo più di 20 milioni di chilometri di rete di accesso tradizionale a fronte di qualche decina di migliaia di chilometri di accesso in fibra. Non essendoci concorrenza infrastrutturale, quindi, è importante prevedere dei meccanismi che favoriscano la realizzazione di reti neutrali.

Con le regole dell'unbundling che ci sono in Italia se si è su una centrale collegata in fibra si sarà in condizioni di rete neutrale perché anche se un operatore non ti offre rete neutrale comunque ci sarà un altro operatore che fa unbundling con una rete in fibra. L'unbundling è prezzato sul filo, cioè si compra il filo e si paga l'affitto e l'energia elettrica su quello, ma nessuna di queste cose ha un prezzo legato alla quantità di bit che passano. Quindi non c'è nessun punto della catena impiantistica per gli operatori alternativi che fanno unbundling dove il costo dipende dalla quantità di bit. In queste condizioni, quindi, non ha senso fare una rete non neutrale proprio perché puoi comunque espandere la capacità fin che vuoi. Con la fibra, infatti, a differenza del rame, abbiamo una capacità virtualmente illimitata in termini di quantità di dati che si possono trasmettere. Quindi, se c'è una centrale dove c'è l'unbundling, dove gli operatori alternativi arrivano con fornitori di fibra spenta alternativi, e questo vale per Milano, Roma e le principali città, lì ci sarà sempre un'offerta neutrale perché ci sarà sempre la possibilità di espandere. Visto che ci sarà un'offerta neutrale anche Telecom sarà costretta a fare un'offerta neutrale e gli altri, a loro volta, faranno un'offerta neutrale. Il mercato, in qualche modo, così si autoregola. Il problema sorge laddove non ci sono queste condizioni, ovvero nelle città secondarie e nelle centrali dove non arriva la fibra di terzi. Lì ci può essere un incentivo a fare una rete non neutrale, proprio per via dell'assenza di concorrenza. Se si dà la possibilità di fare una rete non neutrale tout court non si incentiva nessuno a sviluppare la rete in quel punto. Quindi hai un effetto contrario: si dà un'incentivo per gestire la scarsità rispetto a un incentivo per rimuovere la scarsità. Quindi una regolamentazione in materia di neutralità, per casi come questi, va fatta.

Anche su questo Quintarelli si è già espresso in passato, stavolta tramite YouTube. In questo caso vi rimandiamo a questo video per l'approfondimento.

Hardware Upgrade: Cosa può fare la politica per cercare di porre un rimedio a questi limiti strutturali?

Stefano Quintarelli: La politica in Parlamento può arrivare a fare degli emendamenti e delle proposte. Io ho fatto una proposta di legge su questo che è lì che sta aspettando. Quando è stato fatto l'Hackathon sui dati della Camera si è capito che su 4.700 disegni di legge presentati alla Camera lo 0,12% era stato approvato, l'1,9% era stato respinto, e il rimanente 98% è in attesa. I parlamentari che arrivano in Parlamento all'inizio dicono: 'Che figata, finalmente posso presentare una legge!' È vero, la puoi presentare, però non va da nessuna parte perché il lavoro dell'Aula e delle Commissioni è rallentato dalle cose che hanno le scadenze come le conversioni e i decreti. Quindi, quello che può fare un parlamentare è cercare di sensibilizzare, ma se ciò che presenta diventa legge dipende dalle Commissioni e dai vari intasamenti che si verificano e dalle circostanze che vengono ritenute, vuoi dal Governo vuoi dalle Commissioni, di rilevanza principale. Sarebbe bello se ci fosse una Commissione permanente, come per il Lavoro, gli Affari Sociali e la Cultura, dedicata alle Politiche Digitali. In questo modo ci sarebbe l'opportunità di mandare avanti queste cose, perché in caso contrario si finisce a occuparsi più delle emergenze e più di riparare il tetto che di costruire cose nuove. C'è una proposta per fare una Commissione Digitale, vedremo se la Giunta per il Regolamento riterrà di farla oppure no. Però, vista l'attuale composizione del Parlamento, la vedo molto dura. Dal punto di vista del Governo si sta invece facendo un piano per investire con determinazione sulla rete nuova andando a prendere quattrini dall'Unione Europea. Esiste un piano in tal senso, forse per la prima volta negli ultimi 20 anni circa.

Hardware Upgrade: A livello di Unione Europea, invece, possiamo aspettarci una qualche forma di adeguamento alle decisioni provenienti da oltreoceano?

Stefano Quintarelli: La presidenza lettone attuale ha avviato una proposta, che come tutti i testi in chiave europea è in realtà un gran compromesso. Per cui alla fine le decisioni non sono chiare perché non abbiamo una repubblica europea presidenziale per cui c'è un Presidente che alza la cornetta del telefono e chiama il capo della Fcc, cosa che peraltro è stata molto criticata, e gli dice: 'Guarda, prima della fine del secondo mandato devo tenere fede a una promessa che avevo fatto nel primo'. In Europa è più una questione di mediazioni e accordi di vario tipo. C'è comunque una proposta che si sta preparando ed è una proposta molto politica che dice semplicemente che 'l'utente ha il diritto di accedere a qualunque contenuto in modo non discriminato e le autorità di regolamentazione locali hanno la facoltà di intervenire...' Però questo è diverso dal dire che la rete deve essere neutrale. Il fatto che l'autorità ha la facoltà non vuol dire automaticamente che l'autorità applichi questa facoltà e non è necessariamente detto che all'atto pratico l'autorità tenga conto dei diritti di tutti. È una formulazione, quindi, molto politically correct. Vaga? Si...diciamo vaga!

Hardware Upgrade: Tornando, invece, allo scenario americano, quali pensi possano essere le future puntate di questa storia? Immagini che i repubblicani vorranno in qualche modo tornare sulla internet a due velocità da cui poi è nato tutto questo discorso?

Stefano Quintarelli: Si, sicuramente. Intanto, bisogna capire che gli americani hanno una vera e propria fobia nei confronti di tutto quello che è regolamentazione. È una cultura completamente diversa dalla nostra, quindi sicuramente ci sarà qualcuno che cercherà di tornarci su. Certo bisognerà vedere quali saranno le prime decisioni, oltre al fatto che il testo non si è ancora visto. Una volta che sarà chiaro si potrà intanto intervenire sul testo, anche se non credo che succederà, e poi sulle decisioni ed eventuali ricorsi alla Corte Suprema. In realtà l'Fcc dà dei poteri di intervento, non tanto sulla regolamentazione quanto di intervento sulla verifica della correttezza commerciale delle politiche di peering, quindi nel rapporto tra operatori. Quel che è certo è che, tra appelli e ricorsi, non sarà una passeggiata per l'Fcc. Magari a livello di darsi i poteri si, ma poi le decisioni non saranno semplici.


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Il futuro di Mantle è nelle API DirectX 12

E' un post del blog ufficiale di AMD, disponibile online a questo indirizzo, a fornire nuove informazioni su quello che sarà il futuro delle API Mantle che l'azienda americana ha sviluppato negli ultimi anni. Il primo annuncio della loro esistenza risale all'autunno 2013, con il debutto circa 1 anno fa del primo titolo dotato di supporto ufficiale e in grado di sfruttarne la compatibilità in abbinamento alle schede video AMD Radeon di ultima generazione.

Raja Koduri, Vice President of Visual and Perceptual Computing di AMD, ha indicato un cambio di piani da parte dell'azienda americana per il futuro di Mantle. Non sarà resa disponibile al momento una SDK pubblica, progetto che era previsto per la fine dell'anno 2014 stando a precedenti annunci da parte dell'azienda. Il 2015 sarà per queste API un anno di transizione, con uno sviluppo futuro delineato nei seguenti punti:

  • AMD continuerà a supportare i partner sviluppatori di giochi che hanno scelto di implementare il supporto Mantle all'interno di propri titoli;
  • AMD ha intenzione di rendere disponibile una SDK di Mantle pubblica, ma ulteriori informazioni a riguardo verranno rese pubbliche in concomitanza con il GDC il prossimo 5 Marzo;
  • AMD continuerà a sviluppare le API Mantle, operando come una piattaforma di innovazione grafica per l'azienda disponibile per partner selezionati che presentino specifiche necessità.

Non è ben chiaro da quanto reso pubblico da AMD in che modo Mantle sarà sviluppata in futuro; la sensazione è che l'azienda, stante la vicinanza nel debutto delle API DirectX 12 e la presentazione di Vulkan, la prossima generazione di API OpenGL, voglia indirizzare gli sviluppatori verso queste piattaforme lasciando Mantle per utilizzi specifici.

Ricordiamo come le API Mantle siano state sviluppate da AMD per offrire agli sviluppatori di giochi una piattaforma in grado di rimuovere molto dell'overhead che viene introdotto dalle API tradizionalmente in uso, DirectX 11 in testa. Il risultato ottenuto è quello di un incremento delle prestazioni velocistiche con le schede video compatibili, particolarmente evidente quando queste sono abbinate a processori poco potenti.

Una delle principali novità delle API DirectX 12 è proprio quella di ridurre sensibilmente l'overhead rispetto alle API DirectX 11, in modo molto simile a quanto ottenuto con Mantle. Questa dinamica lascia facilmente immaginare come sia difficile per AMD e per i produttori di videogiochi giustificare gli investimenti necessari per una ulteriore API che non permette di ottenere significative differenze rispetto a quella DirectX 12.


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Samsung Galaxy S6 Edge vs iPhone 6: video confronto dal MWC 2015

Galaxy S6 Edge è probabilmente lo smartphone in assoluto più interessante di tutto il Mobile World Congress 2015. Con un innovativo display curvo lungo entrambi i lati, i nuovi prodotti di Samsung dovranno scontrarsi nelle vette del mercato con iPhone 6, il dispositivo protagonista delle vendite di Natale con cui i coreani condivideranno fascia di prezzo e segmento di mercato. Non potevamo certo perdere l'opportunità di un confronto diretto fra i due dispositivi, con Samsung che vuole finalmente scardinare la concorrenza della Mela con un prodotto che non ha nulla da invidiare all'estetica e ai materiali di iPhone.

Di seguito riportiamo il nostro video-confronto, mentre in calce all'articolo una breve tabella con le caratteristiche tecniche essenziali dei due dispositivi.

Galaxy S6 Edge iPhone 6
OS Android 5.0 Lollipop iOS 8
Processore Exynos 7420 2,1 / 1,5GHz
Octa-core a 64-bit
A8 1,4GHz
Dual-core a 64-bit
RAM 3 GB LPDDR4 1 GB LPDDR3
Display SuperAMOLED Dual-Edge da 5,1" LCD IPS 4,7"
Risoluzione 2560x1440 1334x750 
Densità di pixel 577 PPI 326 PPI
Storage 32 / 64 / 128 GB
Non espandibili
16 / 64 / 128 GB
Non espandibili
Fotocamere 16 MP OIS
5 MP

8 MP
1,2 MP

Batteria 2.600 mAh 1.810 mAh
Dimensioni 142,1 x 70,5 x 7 mm 138,1 x 67 x 6,9 mm
Peso 138 g 129 g

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Google disattiva la crittografia su Android 5.0

Lo scorso anno Google aveva annunciato che nella futura versione di Android 5.0 avrebbe abilitato la crittografia del disco di default, opzione quindi automaticamente a disposizione dell'utente senza alcun intervento diretto di quest'ultimo. Questa notizia è stata riportata da tutte le principali fonti di informazione, ed è stata anche la base per importanti discussioni in merito alla sicurezza e alle difficoltà per gli organi di polizia: in caso di indagine, infatti, la crittografia è un ostacolo difficilmente superabile per l'accesso ai dati.

Sui primi dispositivi rilasciati da Google con Android Lollipop è stato effettivamente verificato che la crittografia veniva attivata di default, quindi perfettamente in linea alle dichiarazioni fatte in precedenza. Arstechnica.com segnala però che la situazione è differente in merito ad alcuni dispositivi di terze parti attualmente in commercio sui quali la crittografia del disco è sì disponibile, ma deve essere attivata dall'utente.

È stato quindi verificato il contenuto delle specifiche diffuse a gennaio da Google ai partner al fine di controllare se tali indicazioni fossero cambiate o se fossero i produttori dei dispositivi ad averle disattese. E dal documento è emersa una sorpresa importante: l'abilitazione della crittografia del disco viene indicata solo come raccomandazione e non come requisito vincolante.

Con questa novità la scelta viene demandata agli OEM, che possono abilitare l'opzione o lasciarla disattiva esattamente come nelle precedenti versioni di Android. Arstechnica segnala anche di aver chiesto a Google chiarimenti ma di non aver ricevuto risposte per il momento, quindi in assenza di certezze si apre lo scenario delle ipotesi.

C'è da ricordare che già dal mese di novembre era stato segnalato un problema di rallentamento dei dispositivi imputabile al carico di lavoro necessario per gestire la crittografia. È quindi plausibile che il cambio di rotta di Google intenda risolvere momentaneamente il problema, lasciando agli OEM il tempo per correre ai ripari migliorando a livello hardware l'implementazione di questa funzionalità di sicurezza. C'è poi uno scenario più complottista in base al quale Google potrebbe aver ricevuto pressioni al fine di modificare le specifiche, pressioni esercitate da chi avrebbe interesse a un più facile accesso ai dati. Ma rimaniamo nel campo delle ipotesi.

Ci saranno probabilmente nuove evoluzioni su questa vicenda ma quel che conta di più all'utente finale è altro. Infatti, la sola installazione di Lollipop non significa automaticamente crittografia abilitata sul dispositivo e per chi desidera tale opzione attiva è consigliabile controllare le impostazioni del proprio dispositivo.


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LG Watch Urbane LTE: video anteprima dello smartwatch più bello del MWC

Che l'obiettivo di LG sia quello di realizzare smartwatch estremamente simili all'estetica degli orologi tradizionali non è una novità. I coreani ci avevano provato con G Watch R, riuscendoci in realtà solo in parte, e ci provano ancora una volta con il nuovo Watch Urbane LTE, indossabile ancora più rifinito sul piano estetico e del design.

Con un display P-OLED da 1,3" a risoluzione 320x320 e 245 PPI, Watch Urbane LTE migliora soprattutto sul piano delle cornici e dello spessore, sensibilmente più contenuti rispetto al precedente modello di LG. Sotto la scocca troviamo una piattaforma hardware simile, con Snapdragon 400, 512MB di RAM e 4GB di storage, supportata da un sistema operativo basato su WebOS.

Abbiamo provato l'orologio durante il Mobile World Congress e vi riportiamo nel video di seguito le nostre prime impressioni d'uso.


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Vulkan, le nuove API che raccolgono il testimone delle OpenGL

In occasione del Game Developers Conference di San Francisco, il Khronos Group ha svelato le nuove API di basso livello Vulkan, definite come lo standard che raccoglie il testimone delle OpenGL, oggi utilizzate soprattutto nell'ambito del mobile gaming, ma che in passato hanno ricoperto un ruolo di riferimento per tutto il settore dello sviluppo di videogiochi.

Vulkan

"Per decenni abbiamo considerato le OpenGL come lo standard royalty-free per la grafica, e adesso Vulkan costituisce l'evoluzione di quelle API", ha detto Neil Trevett, presidente dell'associazione nonprofit Khronos Group che vede come membri alcuni dei più importanti brand del mondo IT come Intel, AMD, NVIDIA e Valve. "Abbiamo delle API molto efficaci, che crediamo possano essere ampiamente utilizzate sia nella grafica che per il computing".

Le OpenGL nell'ultimo periodo avevano perso posizioni anche per l'instaurazione di nuovi standard proprietari, come nel caso di Metal di Apple. Queste ultime rimuovono buona parte dell'overhead che invece caratterizza le OpenGL e consentono agli sviluppatori una programmazione più diretta dell'architettura hardware. Quello che sta facendo il Khronos Group è, quindi, adeguarsi ai tempi, offrendo un approccio simile anche per le OpenGL, con una nuova versione che prima era conosciuta anche come Next Generation OpenGL.

Le API Vulkan consentiranno di sfruttare le risorse della GPU anche per quelle applicazioni non necessariamente grafiche. Alla base del nuovo standard troviamo la tecnologia di compilazione SPIR-V, insieme alla nuova versione dello standard OpenCL 2.1 per la programmazione parallela e la capacità di sfruttare la GPU per scopi eterogenei.

SPIR introdurrà C ++ come linguaggio di compilazione ed eliminerà la necessità di utilizzare un compilatore di linguaggio ad alto livello, riducendo allo stesso tempo la complessità dei driver della GPU. Sia Vulkan che OpenCL 2.1 condivideranno SPIR-V.

Vulkan consentirà agli sviluppatori di avere un controllo diretto sui carichi di lavoro di GPU e CPU in modo da migliorare le prestazioni e la prevedibilità. "Tutti i produttori di GPU stanno supportando Vulkan perché consente di superare uno dei maggiori ostacoli esistenti oggi nel mondo dello sviluppo di videogiochi: ovvero, a causa dei colli di bottiglia della CPU, è impossibile sfruttare il massimo potenziale della GPU", ha detto Trevett. "La community del software, guidata dai creatori di motori grafici, ci supporta con altrettanto entusiasmo".

"Grazie all'influenza che hanno avuto su diverse generazioni di hardware e software, le OpenGL sono state senza dubbio le API grafiche 3D di maggior successo nella storia dell'industria", ha aggiunto Raja Koduri, corporate vice president of visual and perceptual computing di AMD. "Vulkan è la trasformazione delle OpenGL che riduce l'overhead per migliorare le prestazioni e l'efficienza energetica, mantenendo lo stesso livello di produttività per gli sviluppatori".

Le OpenGL sono state create 25 anni fa, ma nel corso di tutto questo tempo le architetture delle GPU sono cambiate in maniera considerevole, mentre nuove necessità sono state introdotte dagli universi console e mobile. In certi contesti, Vulkan subirà la competizione delle DirectX 12, del già citato Metal e di Mantle di AMD, ma la loro natura di API aperte e royalty-free può essere di forte interesse per diversi tipi di studi di sviluppo.

Entro la fine dell'anno saranno comunicate le specifiche definitive delle nuove API.


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